Mangata by Corinna Corti

Mangata by Corinna Corti

autore:Corinna Corti [Corinna Corti]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-06-12T22:00:00+00:00


Capitolo 5

Stretti in un drappello serrato, Odayn, De Vries e Thomas procedevano veloci lungo le vie di Dockloch. A differenza di Seaweed, dove la commistione di passaggi sopra e dentro l’acqua rendeva congeniale l’utilizzo di veicoli ibridi, su questa città mobile il modo migliore per spostarsi era a piedi, sfruttando una serie di carrucole e ponti sospesi che rendevano possibile tagliare interi distretti in pochi giri di corda.

Dockloch era una città di pescatori specializzati nel traffico di aringhe e sardine, pertanto la sua struttura si fondava interamente su elementi riciclati dalla pesca come reti, relitti, materiali recuperati dai fondali grazie alle reti a strascico e altro ancora.

Manco a dirlo, l’odore di pesce permeava ogni cosa, rendendo l’aria irrespirabile.

Odayn aveva subito provveduto a coprirsi il viso con un panno.

– Gli abitanti non gradiranno – l’aveva avvertita De Vries scoccandole un’occhiata perplessa.

– Sono tre giorni che passo dal vomito alla nausea – aveva ribattuto lei sforzandosi di tenere il passo di Thomas – preferirei riuscire finalmente a tenere qualcosa nello stomaco finché mi trovo a terra.

Fra tutti, il giovane Le Froy era quello che meno pareva aver gradito l’idea di forzare i dettami dell’Ordine della Memoria praticando su di lei la Registrazione. De Vries pareva invece molto più rilassato ed evidentemente indifferente alla situazione, guardava a destra e sinistra come se le vie trascurate e maleodoranti di Dockloch fossero la migliore attrazione di sempre.

D’un tratto si allungò verso l’amico, picchiettandogli una spalla con aria complice.

– Torno subito, voi andate avanti – si congedò per poi sparire nella folla vociante.

Odayn lo seguì un secondo con lo sguardo, troppo debole per fare altro. A occhio e croce dovevano trovarsi in una zona di aste, con banditori e acquirenti che si affollavano per aggiudicarsi i lotti migliori, ma la sua scarsa conoscenza locale rendeva difficile capire granché.

– Vi sentite bene? – la raggiunse la voce di Thomas.

Spostò lo sguardo, incrociando quello preoccupato dell’altro. Nella luce velata di quel pomeriggio nuvoloso, le lentiggini e il colore verde acceso degli occhi di lui risaltavano ancora di più, donandogli un’aria giovane e scanzonata.

Riportatemi al Tempio, avrebbe voluto dirgli.

– Siete fratelli? – chiese invece.

Thomas si strinse nelle spalle. – Io e De Vries? No, solo amici – rispose con un mezzo sorriso.

Il chiarore dei denti risaltò contro la pelle abbronzata.

– È per questo che avete deciso di seguirlo in questa missione, signor Le Froy?

Il rosso sorrise ancora. – Devo molto a Nicholas. Forse non sarà il migliore degli amici, né il più raccomandabile, ma gli voglio bene.

– Questa però non è la vostra missione.

– Nemmeno la vostra, miss Odayn – le fece presente – eppure siamo entrambi qui, dico bene?

Certo, ma lei a causa di uno strano scherzo del destino dal quale stava ancora tentando di capire come riprendersi. Lui che scuse aveva?

– Siete stati in prigione insieme? – chiese d’un tratto.

Le guance di Thomas ebbero una leggera contrazione.

– Su Bahum qualcuno si è riferito a De Vries chiamandolo “ex galeotto” – spiegò lei. – Così ho pensato…

– …che fossimo stati compagni di cella – sorrise lui.



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